Nella vita, le occasioni per deviare dalla solita routine quotidiana sono poche e, non volendo mai perdermene una, anche per Carnevale mi sento, ogni volta, molto in vena di fare festa.
In quei giorni, infatti, posso dar libero sfogo a ogni mia inclinazione, anche quella più birichina. Mi ritrovo poi, nelle settimane che seguono, sempre con qualcosa da raccontare alle amiche.
Quest’anno, per l’occasione, ho fatto grandi acquisti dal mio sexy shop di fiducia, dove oramai sono di casa.

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Dopo aver comprato una maschera di Carnevale e un costume da sexy scolaretta, mi lasciai tentare da uno stuzzicante plug anale con la coda, perfetto da far spuntare sotto la gonna il giorno della sfilata.
Quale migliore occasione per divertirsi con degli sconosciuti per una giovane transessuale tutta pepe come la sottoscritta? La goliardia del Carnevale mi infonde con gli uomini quel coraggio che a volte mi manca, nonostante abbia tutti i requisiti per far perdere la testa a chiunque: lineamenti delicati, corpo proporzionato, sedere alto e tondo e un seno da urlo!

Quando finalmente il giorno della grande festa arrivò, non persi tempo: travestendomi con cura e infilandomi anche il plug anale, uscii di casa per raggiungere il party, che era entrato nel vivo nel bel mezzo del centro cittadino.
Solare come sono, arrivai alla sfilata con tanta voglia di festa e fui presto raggiunta da Martina, la mia migliore amica, anche lei vestita da scolaretta; insieme dovevamo formare proprio una bella coppia, a giudicare dagli sguardi infuocati che continuavano a ricevere.
Dopo il tramonto, la situazione iniziò a scaldarsi, nonostante le temperature non fossero altissime: la grande festa alla fine della sfilata, con dj set e spettacoli di luci, cominciò con il botto e la folla, con ancora tanta voglia di divertirsi, era più carica che mai.

Io e Martina, drink in mano, iniziammo a ballare assieme, strusciandoci dolcemente e giocando tra di noi; sentivo gli occhi di molti ragazzi su di noi e, ben presto, due tra i più intraprendenti si unirono alle nostre sensuali danze.
Sentivo il membro di quello che ballava dietro di me contro il mio sedere, mentre anche lo spasimante della mia amica faceva lo stesso, e la cosa iniziò ad accendermi.
La mano di lui percorse tutto il mio corpo, dalle spalle ai fianchi, passando poi per il ventre, per andare a finire in mezzo alle mie gambe, dove trovò il mio piccolo segreto.
Sentii le sue dita esitare per qualche secondo, ma il ragazzo non aveva nessuna intenzione di smettere di divertirsi e continuammo a ballare, mentre Martina stava già baciando profondamente l’altro giovane.
Dopo aver sussurrato qualche parola all’orecchio dell’amico, che pareva particolarmente curioso, i due ci presero per mano e ci condussero davanti ad un piccolo bar che dava sulla piazza della festa; il locale era chiuso, ma quando vidi uno dei due tirare fuori un mazzo di chiavi e aprire la porta vetrata capii sia che quel posto era loro e sia le loro intenzioni…

Richiusa l’entrata, i due ci furono subito addosso, e la nostra eccitazione non ci fece opporre nessuna resistenza: subito il primo ragazzo prese a spogliarmi, facendomi rimanere in perizoma e con il plug anale ancora dentro di me, mentre Martina, come una furia, era già in ginocchio, intenta a fare un lavoro di bocca al secondo.
Lo sconosciuto iniziò a giocare con i miei seni, passando la lingua dal collo fino ai capezzoli, concentrandosi particolarmente su quei miei piccoli frutti scuri, divenuti duri per il piacere, mentre con la mano prese a giocare con la mia verga, massaggiandola delicatamente; che fosse alle prime armi con una transessuale era evidente, ma il suo impegno e la sua passione mi intrigarono enormemente.

Nel frattempo, fuori dal bar, si era radunata una piccola folla di una decina di persone, tutte in maschera, che, notando le nostre infuocate effusioni, si erano fermate a gustarsi la scenetta; la cosa sembrò accendere ancora di più Martina che, perso ogni controllo, si appoggiò a un tavolino e, piegatasi a novanta gradi, si fece penetrare dal suo nuovo amico, rivolgendo il viso proprio verso i curiosi dall’altra parte della vetrina. I colpi vigorosi del giovane risuonavano nel locale vuoto, accompagnati ogni volta dal piccolo gemito della mia socia, intenta ad offrire uno spettacolo con i fiocchi.
Diego, questo era il nome del ragazzo con cui mi stavo divertendo, era in vena di giocare, così si abbassò e iniziò a leccarmi il membro con passione mai vista prima; quella foga mi eccitò a tal punto che gli presi la testa tra le mani e, muovendo il bacino, assecondavo il suo magistrale lavoro di bocca.


Anche io, però, volevo le stesse attenzioni della mia amica: presi dalla borsa una boccetta di lubrificante e, massaggiato per bene l’arnese di Diego, mi misi a fianco di Martina, nella sua stessa posizione.
Mentre i due stalloni ci penetravano con forza alle nostre spalle, io e Martina ci scambiammo lunghi baci sensuali, lasciando intravedere agli spettatori le nostre lingue che, curiose, si avvinghiavano l’una all’altra.
Ad un tratto, mi accorsi che l’amico di Diego era sparito; dopo un primo momento in cui non riuscivo a scorgerlo, me lo ritrovai sotto il tavolino a cui ero appoggiata, pronto a sperimentare le stesse sensazioni del suo compare; con un uomo intento a pomparmi dietro e uno a sollazzarmi davanti, Martina rimase a bocca asciutta per qualche istante, fino a quando non le si accese lo sguardo: aveva trovato un nuovo giochetto.
La mia bocca era ora libera, così la mia amica pensò bene di salire completamente sul tavolino e, gambe larghe, mi spinse la faccia tra le sue cosce; accettai di buon grado l’invito e mi ritrovai, così, con sedere, verga e bocca impegnati.
Tutti e quattro eravamo intenti a dare e ricevere godimento puro e, dall’esterno, sentivamo le esortazioni dei curiosi, rapiti da tanto esibizionismo.

Non avevo mai fatto nulla di simile in passato, due uomini e una donna contemporaneamente, e per giunta in pubblico, era impensabile per la sottoscritta, ma proprio questa situazione insolita aumentava in me il piacere, che raggiunse l’apice quando Martina proruppe in un orgasmo esplosivo nella mia bocca, con la mia lingua che, insaziabile, ne raccoglieva i frutti generosi.
Pochi minuti dopo se ne venne anche Diego, mentre il suo compare, toccandosi furiosamente durante la fellatio in cui si era lanciato, mi sporcò le calze a rete col suo caldo miele mentre era ancora intento a succhiarmi la verga.
Finalmente toccò anche alla sottoscritta e credetemi: gli spasmi che mi scossero in quell’occasione furono talmente forti che pensai di diventare pazza…
Dopo quella folle serata, il legame tra me e la mia amica, nonostante mai ci fossimo spinte così in là con le effusioni, crebbe ulteriormente e non passa giorno senza che una non chiami l’altra; stiamo, anzi, pensando di passare a trovare i due nostri nuovi amici al bar per un caffè, uno di questi pomeriggi…

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