Arriva dall’America un’altra vittoria e un passo importante, almeno simbolicamente, per la comunità LGBT+! Nella città di Elizabeth, in New Jersey, sarà infatti eretta la prima statua al mondo dedicata a una persona transgender.


Andrà a sostituire quella dell’esploratore Cristoforo Colombo e rappresenterà Marsha P. Johnson. Famosa per essere una delle prime attiviste a combattere contro la discriminazioni e per i diritti civili LGBT+, morta poi in circostanze ancora non molto chiare. Con Sylvia Rivera partecipò ai Moti di Stonewall del 1969 e insieme fondarono un collettivo nominato Street Travestite Action Revolutionaries (Star). Questo aveva lo scopo di fornire una casa alle giovani queer e alle prostitute nella parte bassa di Manhattan.

Dovremmo commemorare Marsha P. Johnson per le cose incredibili che ha fatto nella sua vita. Per l’ispirazione che è stata, è e sarà. Soprattutto per tutti i membri della comunità LGBT+ in tutto il mondo, in particolare le donne trans nere.” Queste le parole che accompagnavano la petizione online lanciata quest’estate, firmata poi da 166mila persone. È proprio grazie a queste firme che è stata presa la decisione di sostituire la statua, ma non è stata l’unica vittoria recente della comunità arcobaleno. Lo scorso 24 agosto, giorno in cui la Johnson avrebbe compiuto 75 anni, il governatore di New York Andrew Cuomo infatti le ha dedicato un parco a Brooklyn. Durante l’inaugurazione ha dichiarato: “Sono fiero di fare questo annuncio. Benvenuti al Marsh P. Johnson State Park! New York è in debito con lei“.

Appena saputa la notizia della statua dedicata all’attivista afroamerica, Arcigay Italia ha lanciato la sua proposta: ” È sicuramente un messaggio positivo. Penso che dovremmo seguire l’esempio. Il nostro Paese ha una storia di attivismo LGBT+ molto diffusa ma poco nota. A quali figure italiane dedicherei una statua? Sicuramente a Marcella Di Folco, attrice, presidentessa Mit (Movimento Identità Transessuale) e prima donna transgender al mondo a ricoprire una carica pubblica, è stata infatti Consigliere comunale.”

Gabriele Piazzoni, segretario appunto nazionale dell’associazione ha continuato: “Oppure a Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, due ragazzi che si amavano nella Sicilia degli anni ’80, a Giarre. Il loro brutale omicidio diede la spinta per la fondazione del primo circolo Arcigay in Italia, quello di Palermo. Ma ce ne sono tanti altri. Come gli attivisti che furono vittime dell’Aids. Questi non solo dovettero sopportare le sofferenze della malattia, ma anche lo stigma che società gli aveva cucito addosso. Erano infatti considerati untori e unici diffusori del virus HIV. Penso che in Italia, purtroppo, occorrerà ancora un pò di tempo per ereggere la statua della nostra Marsha P. Johnson. Una società fa sempre molta fatica a condannare atteggiamenti di violenza e discriminazione approvati per decenni“.

Insomma in America si tratta probabilmente di traguardi raggiunti anche grazie al movimento Black Live Matter e le battaglie iconoclaste scatenate recentemente…speriamo però possano essere esempi per il mondo intero!

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